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Il titolo del lavoro monografico, "Pasolini. L'esercizio della ragione e del dovere", è un adattamento di: «esercizio del dovere / politico come esercizio di ragione», tra gli ultimi versi di Progetto di opere future, composizione in terzine uscita su «Nuovi Argomenti», marzo-giugno 1964, con diverse ibridazioni dantesche, poi pubblicata come settima e ultima sezione di Poesia in forma di rosa (1964). Come proprio questo lascia intendere, Granese prende provocatoriamente le distanze dalle "vulgate" pasoliniane, fitte dei soliti lemmi (il corpo, la vitalità, il narcisismo, l'omosessualità, l'assassinio), sollecitati da morbose curiosità scandalistiche e illustrati da doviziosi corredi fotografici, a cui pure Pier Paolo indulgeva, per porre al centro del suo discorso critico la "vera" sostanza etica, artistica, culturale del più grande poeta civile italiano, dopo Ugo Foscolo.